+ FORME mostra personale di Giovanni Carta
in collaborazione con Sentieri Contemporanei e Uffici D’Arte
dal 7 al 22 settembre 2024 opening sabato 7 settembre 2024 ore 18.30
orari mostra: dal venerdì alla domenica dalle 18.00 alle 21.00 gli altri giorni su appuntamento
galleria Bonaire Contemporanea via Principe Umberto, 39 – Alghero
info +39 3478953813 e-mail bonaire39@gmail.com
Sabato 7 settembre alle ore 18.30 la galleria Bonaire Contemporanea in via Principe Umberto, 39 ad Alghero inaugura + FORME, mostra personale di Giovanni Carta.
Attraverso l’esposizione degli esiti (i cocci) di un accadimento casuale (la rottura di una giara), Giovanni Carta pone lo spettatore di fronte ad una declinazione minimale dell’atto creativo. L’artista osserva le forme, le seleziona, talvolta le dispone, dona loro un’asciutta solennità.
Verso più forme
20 giugno 2024, Bar dei giardini (Alghero)
Giovanni Carta: Gianni, vorrei che mi dicessi francamente se trovi bislacca l’idea di fare, da te, una mostra esponendo i cocci di una giara che si è frantumata.
Questa giara è una di quelle in cui si usava conservare l’olio. L’avevamo riempita di terra, stava nel giardino e ospitava dei fiori.
Da un po’ di tempo mostrava qualche segno di cedimento. Una fessura di qualche millimetro si andava lentamente ingrandendo. Non passava giorno che io o mio figlio non notassimo, con meraviglia, un movimento vitale nella giara: un’evoluzione graduale che progrediva nei mesi sino all’esito finale che si è manifestato con un collasso della stessa in più pezzi.
I cocci, di diversa grandezza, per la loro forma, imponevano di essere narrati.
Gianni Nieddu: vedo il tuo entusiasmo e figurati se mi permetto di spegnerlo. Se hai pensato di raccontare in una mostra questo fatto vuol dire che si deve fare, perché gli artisti non sbagliano e anche quando sbagliano non sbagliano. Direi di incontrarci con Mimmo e provare insieme a definire meglio i contorni e il senso dell’esposizione.
5 luglio 2024, Caffè Costantino (Alghero) – (consumato: cornetto vuoto, cornetto ai frutti di bosco, cappuccino, caffé lungo, tè freddo)
Gianni: quando é stato il momento esatto in cui è nata l’idea di questa mostra? Perché esporre dei cocci?
Giovanni: creare non è soltanto modellare, scolpire, dipingere ma è anche scegliere, riconoscere. In questa occasione l’atto creativo è nel riconoscimento, nell’aver colto in quelle forme, in quei colori, la bellezza.
Avrei potuto firmare molti di quei frammenti.
Perché non condividere, mi son detto, la mia emozione, e ancor prima la vicenda e gli esiti (i cocci) testimoni dell’accadimento?
Mimmo D’Orsogna: a me sembra, Giovanni, che la forte emozione che hai provato nel momento culminante, quello in cui hai riconosciuto definitivamente come tue “opere” i frammenti della giara, ti porti a sottovalutare un po’ l’importanza di tutta la “storia”, la fase di gestazione che ha preceduto e preparato questo esito felice.
A me sembra infatti, ascoltandoti, che il “riconoscimento creativo” di nuove forme, di cui ci parli, sia iniziato ben prima del momento in cui hai “visto” i cocci; e che non si sia consumato interamente in un istante preciso e in un’intuizione puntuale, ma sia stato invece un’esperienza estetica e, insieme, un procedimento creativo graduale, in atto già durante l’osservazione paziente del processo di disgregazione della giara.
Il tuo sguardo da artista, a ben vedere, aveva forse già intuito e presagito le potenzialità di sviluppo insite nella dinamica in atto, senza poterne prevedere interamente gli esiti.
Io penso, Giovanni, che tu stavi già dando una forma nuova al tuo procedimento creativo, accogliendo e inglobando il naturale processo di disgregazione della giara.
Giovanni: si, Mimmo, in effetti, a pensarci oggi, a mente fredda, riconosco che la lunga contemplazione della giara non é mai stata un’osservazione pura, ma é sempre stata animata da curiosità estetica e l’ho sempre avvertita, in qualche modo, come parte del mio lavoro e della mia ricerca formale sul colore.
Mimmo: che titolo daresti alla mostra? Potrebbe andar bene “Forme”?
Giovanni: il titolo “Forme” mi sembra che possa andar bene. In fondo la mia ricerca è un’indagine sul “colore/forma”.
Giovanni: sto pensando di dare un titolo anche a ciascuno dei vari cocci o alle forme che nascono dalla combinazione dei diversi frammenti esposti.
Gianni: perché senti il bisogno di far proliferare, insieme con le forme, anche i titoli?
Giovanni: perché sono dei nuovi nati e ai neonati si dà un nome.
Mimmo: per il titolo della mostra, invece, é confermato “Forme”?
Giovanni: aspetta, non vi sembra che sia un titolo troppo generico e abusato? Che dite di “+ Forme”?
Gianni, Mimmo: va benissimo.
Giovanni: lo dite perché ci stiamo ragionando oramai da troppo tempo e vi siete stancati.
Gianni, Mimmo: no, davvero, va benissimo.
Giovanni Carta nasce a Ota (Francia) nel 1938. Corso per nascita ma sardo di adozione, trascorre gli anni della formazione a Sassari, dove frequenta l’istituto Statale d’Arte sotto la guida di Stanis Dessy e Filippo Figari. Nel 1962 si trasferisce ad Alghero, dove vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre a livello nazionale e internazionale. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private.